1938 anno XVI dell’era fascista
LE LEGGI RAZZIALI
Il 15 luglio 1938 i giornali italiani pubblicano il Manifesto per la difesa della razza, un documento in dieci punti sulla base del quale si delineeranno le politiche razziali.
Subito dopo l’uscita del Manifesto iniziò la pubblicazione del quindicinale “La difesa della razza” per dare fondamento e premessa teorica alle leggi razziali e tentare di stabilire l’esistenza della razza italiana, discendente diretta del glorioso popolo di Roma. Nel primo numero della rivista
“La difesa della razza” si sosteneva quanto segue:
« È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo arianonordico. » (La difesa della razza, anno I, numero 1, 5 agosto 1938, p. 2)
Il razzismo si sviluppa dall’Ottocento secondo due filoni:
1 il concetto positivista di razza, secondo il quale le società si evolvono e la più evoluta è la società occidentale. I popoli dell’Asia e dell’Africa sono ad uno stadio inferiore e per questo, portando loro la civiltà, possono essere colonizzati.
2 il razzismo nei confronti del popolo ebraico: nasce dal pregiudizio cristiano nei confronti degli uccisori di Cristo; gli ebrei sono un popolo che utilizza ancora i riti del sangue; gli ebrei sono i massimi detentori del potere economico e puntano attraverso un piano al controllo mondiale delle ricchezze.
Questo tipo di razzismo, presente nella storia europea dall’anno mille, si sviluppa fortemente nei primi anni del Novecento in Russia per contrastare i movimenti di rivolta contro lo Zar, assimilando gli ebrei ai rivoluzionari; si consolida nel corso della Rivoluzione d’Ottobre, e viene tenacemente sostenuto in Germania ed in seguito in Italia, dove una gran parte degli intellettuali di razza ebraica si distinsero per l’opposizione ai regimi.
La pezza d’appoggio per questo tipo di razzismo viene fornita dai “Protocolli dei Savi Anziani di Sion”, un volume che attraverso operazioni di sovrapposizione tra narrato ed effettivamente avvenuto, porta le prove (false) di un complotto mondiale del popolo ebraico per il controllo del mondo.
Nel 1937 entra in vigore il Regio decreto legge n. 880 – vietava il madamismo (l'acquisto di una concubina) e il matrimonio degli italiani coi «sudditi delle colonie africane» –; dal 1938 l’attenzione si sposta sulla popolazione di religione ebraica, alla quale viene preclusa con una serie di divieti la vita dei cittadini comuni, con pesantissime ricadute sulla società italiana.