"Senza confini" è il titolo dell'esposizione che raccoglie una selezione di opere di tre artisti parmigiani, Marco Ceruti, Tommaso Villani e Umberto Tanzi, che si terrà al Centro Cinema Lino Ventura dal 1° marzo al 30 aprile.
L'esposizione, a cura di Marzio Dall'Acqua, sarà un percorso alla scoperta di tre visioni pittoriche diverse ma complementari di questi tre artisti che usano materiali, tecniche e soggetti diversi.
SENZA CONFINI
Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini.
(Jurij Gagarin)
L’espressione «senza confini» fa immaginare subito uno spazio sterminato, illimitato, una vastità informe e indefinibile, incommensurabile, un territorio sconosciuto e forse ostile di cui non si hanno mappe, rappresentazioni e conoscenze. È una linea spesso solo ideale che, se sorpassata, ci porta in un altro luogo, in un altro cielo, rispetto a quello quotidiano e comune, ma è anche spazio affine, solo altrui, che in qualche modo condivide almeno una parte con il nostro mondo, per cui i primi passi non ci fanno procedere su terreno alieno. Luogo di separazione, ma anche d’incontro e di scambio, o di contesa, fonte di tensione, ostacolo da superare ma anche limite da accettare, persino difendere: spazio della fine e dell’inizio. E se il confine è una delimitazione condivisa può essere identificato come limite in una percezione unilaterale. I confini danno sicurezza. Ci permettono di sapere come, dove e quando muoverci. Danno ordine al caos e rendono il luogo in cui viviamo vivibile. Così il confine rappresenta essenzialmente i limiti dell’io, delimita ciò che per ciascuno è permissibile di contatto, sia nel rapporto con il mondo esterno che con le risonanze interiori che questo coinvolgimento può risvegliare. È la dimensione del consentito, del possibile, un luogo della “rappresentazione” introspettiva. Come ha scritto Pietro A. Cavaleri nel 2003: «Sul confine, che separa e pone in contatto il mondo fisico con il mondo dei significati, viene sperimentato il campo organismo-ambiente, hanno radice gli stati mentali e il loro organizzarsi». È la dimensione corale di questa mostra, in cui tre artisti si confrontano, dialogano attraverso le opere e si spingono nei territori inesplorati, oltre i confini.
MARCO CERUTI. Presenta alcune opere della serie Isole, che cercano di ricreare, definire e dar ordine ad un territorio insieme delimitato da un confine che la isola totalmente, com’è il mare e che diviene spazio infinito da scoprire e navigare, superando la solitudine. Un’isola astratta eppure con elementi figurativi concreti, materica e allusiva nella sua geometricità sghemba e disarticolata.
UMBERTO TANZI. Nella bidimensionalità dal fondo uniforme si staccano frattali geometrizzanti in una atmosfera aurorale, che lievita senza scontrarsi, cercando una terza dimensione che dia loro un corpo appena accennato. Ingrandimenti di un microscopio psichico che nel titolo che li accomuna - la lettera K, che non a caso ricorda l’uso che ne faceva Kafka - dà il senso di una infinita volontà di classificazione.
TOMMASO VILLANI. Il suo espressionismo astratto, al limite del gesto istintivo e di un automatismo emotivo che non accetta mediazioni, in contrasti di forme e di colori accesi, crea paesaggi interiori con intrighi e rovine che sembrano non lasciare alcuna speranza di riscatto, di resurrezione se non tentare di diventare segno, lettera o cifra per raccontare il proprio dramma o la propria solitudine.
Marzio Dall’Acqua