Durante la sua prima estate da pensionato, Jonas raggiunge le figlie Karim e Maria tra i boschi, le pietre e il mare delle isole Aland. Potrebbe riposarsi, recuperare il tempo passato e curare il rapporto con loro. Ma lui è burbero, ruvido e fatica a costruire una strada dove potersi incontrare, forse per la prima volta, con le due donne.
La vita di Jonas è stata dedicata con passione e slancio al suo lavoro di giornalista, ma nel farlo ha pagato un prezzo molto alto; il legame con la moglie è naufragato, il rapporto con le figlie è sempre stato faticoso e gli amici sono rimasti solo un ricordo. Ha fatto del suo essere giornalista il proprio tratto distintivo e anche ora che è arrivato il tempo della pensione non riesce a smettere di lavorare.
Porta con sé ovunque vada il manoscritto a cui sta lavorando: la biografia su un magnate dei media chiamato semplicemente "Y", un uomo che con le parole ha sempre e solo cercato di manipolare, corrompere e guadagnare. Il contrario della missione silenziosa di Jonas, che lavora da sempre per rendere la scrittura chiara, precisa, appuntita.
Da nemico, antitesi e bersaglio, Y diventa uno specchio per Jonas, che lo piazza davanti ai suoi fallimenti, ai mille errori fatti e ai conti che non tornano nonostante l'impegno e la dedizione.
Tove Jansson, in questo romanzo prezioso quanto breve, lascia spazi e indizi al lettore per continuare ad immaginare la storia o il pensiero dei protagonisti. Nelle pagine del libro si intravede la possibilità di un cambiamento per il protagonista, un cambiamento piccolo, incidentato ma possibile.
Un presente diverso per lui e le figlie sembra essere pronto a germogliare, nonostante e, allo stesso tempo, grazie alle pietre.