Ogni mese il gruppo I lettori della Guanda si riunisce per discutere del libro scelto, in modo informale, aperto e accogliente, dando spazio alla narrativa contemporanea e ai classici moderni così da scoprire nuovi autori e far conoscere i propri scrittori preferiti agli altri. Chiunque voglia partecipare per condividere le proprie passioni e i propri gusti letterari è il benvenuto.
Il libro del mese di gennaio dei Lettori della Guanda è La luna e i falò di Cesare Pavese (1950).
La luna e i falò è l’ultimo romanzo di Pavese, ed è anche considerato l’opera più rappresentativa della sua poetica. Le vicende narrate sono quelle di Anguilla, che all’indomani della Liberazione torna al suo paese nelle Langhe, sulle colline piemontesi, spinto dalla nostalgia per un mondo contadino che durante gli anni trascorsi in America ha fortemente idealizzato. Qui ritrova l’amico Nuto, che diverrà il testimone della sua dolorosa presa di coscienza: ben presto si renderà infatti conto che quel mondo adolescenziale interiorizzato è per sempre svanito. Il romanzo è dunque tutto giocato sul contrasto fra la visione felice del passato (la luna) e la prosaicità dolora del presente (falò), sui compagni scomparsi, gli ideali svaniti, e soprattutto l’impossibilità di riconoscersi, di orientarsi, sul senso di un proprio personale straniamento. Così i piani della narrazione si accavallano di continuo, recuperando i temi civili della guerra partigiana e della resistenza antifascista: il tutto intrecciato però sempre a un senso di personale inadeguatezza, uno sfaldamento interiore, una malattia esistenziale che ricorda certa inettitudine.
Cesare Pavese si forma inizialmente attraverso la frequentazione della letteratura anglofona e da questi interessi deriva la prima attività di traduttore di autori inglesi e statunitensi. Il primo lavoro poetico è pubblicato nel 1936 (Lavorare stanca). Militante antifascista in “Giustizia e libertà” viene arrestato e inviato al confino, per poi partecipare alla lotta di liberazione con un certo distacco. Nel 1950 con La bella estate vince il Premio Strega. In agosto viene trovato morto suicida. Tra le sue opere ricordiamo: Paesi tuoi (1941), Dialoghi con Leucò (1947), La casa in collina (1948), La luna e i falò (1950), Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1951), Il mestiere di vivere (1952).