27 anni dopo l'uccisione della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e del cineoperatore Miran Hrovatin, la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi propone una ricca bibliografia ragionata per approfondire un caso che ancora oggi attende verità e giustizia.
La Biblioteca Internazionale, intitolata a Ilaria Alpi, da sempre propone la figura della reporter di origine parmense come esempio di una professionista dell'informazione che ha vissuto da protagonista la sua epoca, ha conosciuto il mondo nelle sue ricchezze e contraddizioni e ha creduto nella possibilità di migliorarlo.
Come biblioteca abbiamo sempre cercato di mantenere viva l’attenzione sul “caso” Ilaria Alpi, vero e proprio mistero italiano. Negli anni si è raccontato e approfondito la vicenda giudiziaria, senza mai tacere la sua complessità, cercando di non far cadere nel silenzio la voce dei familiari e dei giornalisti che con tenacia hanno indagato e cercato la verità.
Ilaria Alpi è stata una giornalista specializzata in questioni internazionali e interessata alle questioni politiche, sociali e civili di un quadrante geo-politico molto conflittuale come il mondo arabo. La sua professionalità, competenza ed etica sono un esempio per le nuove generazioni.
Grazie alla bibliografia che vi proponiamo in occasione dell'anniversario della sua uccisione, i lettori avranno la possibilità di approfondire il "caso Alpi" sia attraverso i documenti posseduti dalla biblioteca che attraverso l'accesso a numerose risorse digitali come articoli di quotidiani, banche dati, reportage giornalistici etc.
Ilaria Alpi nasce a Roma nel 1961, ma ha origini parmensi poiché i genitori, Luciana e Giorgio Alpi, originario di Compiano, in provincia di Parma. Si laurea in Lettere all’Università “La Sapienza” di Roma, specializzandosi in lingua araba e cultura islamica presso il Dipartimento di Studi Orientali. Grazie al brillante curriculum universitario, centrato sullo studio della cultura araba e sulla conoscenza delle lingue parlate in un quadrante geo-politico molto conflittuale, nel 1990 entra in Rai e diventa giornalista del TG3 che le affida la corrispondenza dal mondo arabo. Nel 1992 inizia a seguire come inviata la missione ONU “Restore Hope” che avrebbe dovuto mettere fine alla guerra civile in Somalia ma, il 20 marzo 1994, viene assassinata a Mogadiscio insieme al suo operatore triestino Miran Hrovatin mentre indagavano su un traffico di rifiuti tossici dall’Europa alla Somalia e su un commercio illegale d’armi.