Quando il figlio di Stefano Benni, Niclas, ha annunciato la morte del padre, il 9 settembre, ha reso noto il suo desiderio di essere ricordato attraverso letture pubbliche delle sue opere.
Così, tanti suoi appassionati lettori, in ogni parte d'Italia e in molti Paesi in cui è stato tradotto, si sono mobilitati. In particolare si sono mossi gli ex allievi - come Gianfranco Tosi - dei suoi corsi su immaginazione, narrazione, scrittura comica etc che per decenni lo hanno seguito anche nelle sue avventure teatrali.
Lo spettacolo "Sintomi di realtà immaginarie", che ha esordito la scorsa estate, è stato perciò riproposto gratuitamente a biblioteche ed istituzioni culturali del Parmense e del Reggiano nell'ambito delle attività di volontariato culturale della Compagnia Teatromusica.
Il reading, che ricalca la formula degli spettacoli che Benni portava in scena con il pianista jazz Umberto Petrin, propone un racconto e quattro monologhi teatrali, nei quali si intrecciano comicità, malinconia, tragedia e invenzioni surreali con cui rileggere le nostre realtà quotidiane, soprattutto per addestrarci a riconoscere e comprendere i dolori e le fatiche del vivere.
L'apparato musicale che accompagna le letture sceniche è realizzato dal vivo da Maurizio Casaluce con chitarra ed effetti elettronici.