Primo africano a vincere il premio Nobel per la letteratura, il nigeriano Wole Soyinka ha svolto un ruolo di primo piano non solo in campo artistico, affermandosi soprattutto come drammaturgo e poeta, ma anche per la politica del suo Paese, dove è stato incarcerato durante gli anni della guerra civile e in seguito perseguitato negli anni della dittatura di Sani Abacha.

Negli anni Cinquanta, dopo gli studî in Inghilterra, con le sue opere teatrali ha realizzato una commistione tra elementi della letteratura occidentali e la tradizione rituale Yoruba, il cui esito più alto è probabilmente La strada del 1965. Numerosi sono anche le raccolte di poesie, su tutte A Shuttle in the Crypt del 1971, i saggi e le autobiografie. Molto meno battuta la strada del romanzo, con soli due titoli nel corso del Novecento: Gli interpreti del 1965 e Stagione di anomia del 1973.

A quasi cinquant'anni di distanza, oggi Wole Soyinka torna al romanzo con Cronache dalla terra dei più felici al mondo,un richiamo potente contro ogni abuso di potere e l'occasione per riscoprire insieme questo fondamentale autore.