Non di poesia pura si tratta (ma tutta l’opera di Manzoni non è mai “pura”), ma di prose poetiche arricchite dalle opere di Mimmo Paladino. Il libro è diviso in due parti (Il fiume di betulle e Dagli scavi di Alesia). La prima parte è ispirata al bellissimo film di Andrej Tarkovskij, L’infanzia di Ivan. Manzoni in 21 prose ci trascina in un viaggio mentale, filosofico, poetico: “L’acqua è uscita dalle sponde e fa da letto alle radici di betulla.” Lo stile è un pastiche di riferimenti, per esempio dal tedesco o dal latino, con immagini liriche con altre più dirette, forti, impastate di terra e vita. La seconda parte è ispirata alla battaglia di Alesia (52 a. C.) e alla scomparsa di Lucinio Curione. In questa sezione viene fuori tutto il Manzoni appassionato ed influenzato dalla storia. Le prose (LXXV in tutto) sono un continuo rimando avanti-indietro nel tempo, flash back dal sapore cinematografico, come nella prosa XLVI: “Avviato il pistone, messo in carreggiata il trattore, lui portava al mercato di Ravenna le patate e le cipolle della Cooperativa Garibaldi, Mazzini e Saffi […]”. Sono prose dense, dirette, con salti verso l’assoluto, a tratti visionarie che ci fanno sobbalzare come durante un terremoto.
Dalla nota di Luca Ariano
Poeta, narratore, pittore, teorico d’arte e drammaturgo, Manzoni fin da giovanissimo si dedica a studi riguardanti l'ebraismo, le filosofie occidentali e orientali.
Ha soggiornato per lunghi periodi in Belgio, in Francia e in Germania, e poi in Argentina, Uruguay e e USA, dove nel 2012 ha tenuto un ciclo di conferenze, presso alcune università, sull’arte italiana contemporanea. Alcune delle sue opere letterarie sono state tradotte e pubblicate in Grecia, Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Argentina, Uruguay, Cile.