RACCONTARE LA SCIENZA, OGGI A PARMA
omaggio a Piero Angela
Conversazioni in biblioteca con esperti divulgatorio davanti auna tazza di té
Venerdì 24 febbraio alle 17.30, alla Biblioteca Cesare Pavese, Pier Francesco Ferrari terrà l’incontro “Le ricerche etologiche sui primati: il significato funzionale dei neuroni specchio”. Quello di venerdì sarà l'ultimo appuntamento della rassegna “Raccontare la Scienza: Omaggio a Piero Angela”.
Ferrari dialogherà col pubblico sull'organizzazione sociale dei primati e l'evoluzione dei segnali comunicativi. Il viso dei primati ed il loro sviluppo di una muscolatura facciale complessa hanno permesso l'espressione di una vasta gamma di espressioni, carta d'identità delle emozioni. Il Relatore descriverà come la comunicazione face-to-face abbia un ruolo fondamentale nel mondo socioemozionale nei primati, già dalle prime interazioni madre-piccolo.
Da un punto di vista neurologico la scoperta dei neuroni specchio ha chiarito che alcuni comportamenti sono regolati attraverso meccanismi di risonanza motoria ed affettiva; si rifletterà quindi sul valore sull'empatia.
L’attività scientifica di Pier Francesco Ferrari - neuroetologo, docente presso l'Università di Parma e direttore dell'Istitut des Sciences Cognitives 'Marc Jeannerod' del CNRS francese con sede a Lione, uno dei più importanti centri di neuroscienze cognitive in Europa e - inizia con Stefano Parmigiani e Dànilo Mainardi nel campo dell'etologia ma si orienta quasi subito verso le neuroscienze. In questo momento Ferrari si occupa del comportamento sociale nei primati umani e non umani, in particolare del ruolo delle prime esperienze e del valore delle cure parentali nello sviluppo del cervello. In collaborazione con Fogassi e Rizzolatti ho approfondito il ruolo del neuroni specchio nella codifica delle emozioni e delle intenzioni altrui, ricerca successivamente applicata allo studio di alcuni disturbi clinici e sindromi, come la sindrome di Moebius, dove i deficit motori hanno delle ripercussioni sulla capacità di leggere le emozioni degli altri. Il suo è quindi un lavoro di ricerca interdisciplinare, un ponte tra etologia, neuroscienze e psicologia.