Il 15 giugno 2024, per il quarto anno consecutivo Parma ha ospitato i finalisti del “Premio Strega”, prestigioso premio letterario. L’evento, svoltosi alla “Casa della Musica” e condotto dalla giornalista di radio 24, Alessandra Tedesco, ha così riscosso molto successo tra i cittadini.
Contrariamente agli anni passati i finalisti quest'anno sono stati sei e non cinque:
Chiara Valerio con il libro “Chi dice e chi tace”
Dario voltolini con il libro “Invernale”
Donatella di Pietrantonio con il libro “L’età fragile”
Paolo Di Paolo con il libro “Romanzo senza umani”
Raffaella Romagnolo con il libro “Aggiustare l’universo”
Tommaso Giartosio con il libro “Autobiogrammatica”
A legare tra loro questi sei libri, è la tematica della memoria, la memoria che hanno gli altri di noi, come ci ricordano; la memoria di un trauma, che ti assilla, ti percuote, diventando poi penetrante senso di colpa; la memoria che viene utilizzata come restaurazione dei fatti accaduti; la memoria dei momenti passati con la famiglia, delle parole imparate passo dopo passo; la memoria che si ha delle persone che hanno fatto parte della nostra vita, di quello che ci hanno lasciato e di ciò che ancora avremmo potuto scoprire ed infine la memoria dei nostri genitori, che più di tutti influenzano la nostra crescita.
Partendo dal libro di Paolo di Paolo, “Romanzo senza umani”, l’evento è iniziato con un discorso di gruppo degli autori, proprio sulla tematica della memoria, e quanto la memoria che hanno gli altri di noi possa influire sulle nostre emozioni. Non meno importante è stato il successivo dialogo rivolto alla tematica dei silenzi, all'importanza che hanno i silenzi nei loro libri e nella vita di ognuno di noi. Proprio da questo accurato discorso si evince quanto i “non detti” possano influire sullo scorrere e l’evolversi della nostra vita, si legge in modo calzante ad esempio nei libri di Raffaella Romagnolo e di Chiara Valenti, dove si riesce a comprendere quanto il tacere possa diventare a suo modo una forma di linguaggio, proprio
perché anche e soprattutto in ciò che non diciamo è racchiuso molto di noi e della nostra storia.
Per concludere l’evento ad ogni scrittore è stato chiesto cosa inserirebbe di attuale nella sua “scatola della memoria”, che magari potrebbe essere riaperta tra innumerevoli anni, o magari anche domani. Domanda complessa ma allo stesso tempo particolarmente intrigante, a cui gli autori hanno risposto in modo completamente differente l’uno dall’altro. In questa grande scatola di cui fa ad oggi parte anche questa bellissima serata inserirebbero infatti, i vaccini; la frase “Sapersi così inesistenti e aspettare”; questo grande viaggio che hanno condiviso insieme, senza competizione o facendosi la guerra, ma con l’armonia ed il rispetto visibile anche semplicemente durante questa tappa del tour; ed infine l’amore e la fiducia che ancora ostinatamente viene riposta nella letteratura, la letteratura che da sempre lega generazioni distanti secoli, che unisce storia ed immaginazione, che può dar voce o memoria anche a chi la voce è stata tolta, che continua a dar speranza e a cui nonostante tutto continuiamo ad affidarci inesorabilmente, proprio come è successo durante quest’evento.
(Rescoconto a cura di Alessia Carletti)